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«Dio è amore» è
un'eresia teologica
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La morale cattolica per
avvicinare Dio agli uomini ha unificato il finito con l'infinito unendo il
più nobile dei valori umani - l'amore - con le proprietà del Metafisico. E
così sei diventato «Dio
è
amore».
Se è vero che l'Assoluto
trascende ogni prerogativa umana e ogni proprietà relativa è altrettanto
vero che l'attributo "amore", per quanto avvincente che sia, ti ha
empirizzato.
Già so cosa vuoi
dirmi: Dio è amore deriva da una manipolazione biblica
all'inizio del 1900. In tutti i manoscritti
Dio è carità. Ciò nonostante, anche la
carità è un appellativo empirico; anzi è ancora più antropico.
Ma tralasciando le sviste sugli attributi divini, a quale domanda rispondeva l'immagine di Dio
è amore?
Innanzitutto, per avere
una divinità dialogante sulle frequenze mistiche dell'intimo linguaggio. E
poi, grazie all'amore, essere sicuri di ricevere l'ambita protezione che
garantisce la quiete interiore.
Con l'austero Dio
degli eserciti il dialogo e l'intima protezione era quasi impossibile.
Negli ultimi secolo è cambiata la domanda religiosa ed è stata cambiata
anche la tua natura. Prima gli Ebrei volevano un condottiero mentre adesso i
tuoi fedeli
vogliono da te una fune di sostegno a cui aggrapparsi. La certezza che
arrivi la tua protezione deriva dall'essere diventato emanazione di amore.
È
inutile prendersela con i manipolatori biblici. Il contenuto divino è quasi irrilevante rispetto alla
nostra domanda di un Dio che ubbidisca ai nostri interessi. Può sembrare
strano, ma sei tu ad essere succube della domanda religiosa e non viceversa. |
La
cosmologia di Dio non concorda con la scienza |
Non
voglio parlare delle inesattezze scientifiche di cui è piena la
tua Parola. Voglio credere,
per un attimo, che tu sia davvero il Creatore.
Perché, allora,
hai inventato quella storia creazionista che non sta né in cielo e né in terra?
C'era, forse, un disegno sottostante?
In verità, se tu
avessi descritto la formazione del cosmo con l'evoluzione, pur
avocando a te il punto di partenza, avresti perduto il titolo di
"creatore di tutto l'universo" e avresti ottenuto solo qualche osanna e un po' di venerazione.
Invece, avevi un assoluto bisogno di quella simulata Genesi per
accreditarti come il costruttore di tutto il
compiuto, così da ottenere la massima adorazione.
Qui sta il retroscena della bugia creazionista: l'uso politico della scienza, prima ancora dell'inesattezza
scientifica.
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Lo stesso discorso riguarda
la posizione di Gerusalemme.
Doveva essere al centro della terra per essere l'epicentro teologico
e assegnare al tuo popolo
d'Israele un ruolo centrale e sacrale.
In realtà eri
tu che cercavi una stirpe che ti potesse adorare, non
già quel popolo inizialmente politeista. A
quelle genti occorreva dargli una posizione
privilegiata, per poi raccoglierne la dovuta devozione. Anche in
questo caso hai costruito un'altra bugia ad uso strumentale.
Tuttavia hai
commesso un errore imperdonabile, su ciò che riguarda te stesso. Hai
dichiarato
che aleggiavi
sulle acque anche quando vivevi solo soletto, prima della creazione
dell'universo [Gn 1,2]. Ma gli atomi e le molecole dell'acqua non esistevano
prima del Big Bang. Come puoi avere detto una tale fandonia? Come
posso fidarmi di un idraulico che non sa cos'è la chiave d'arresto?
E come posso dar credito a un Creatore
che non conosce neppure quando è nata l'acqua?
Egregio Dio, ci sei o ci fai?
Vorrei tanto credere al secondo dubbio, ma il primo è quello
veritiero!
L'anima è un finito che diventa infinito |
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L'anima è paragonabile a
una semiretta: ha origine da un punto finito per poi divenire
infinita. Nasce con la fecondazione per poi diventare eterna.
Ebbene, se da un punto dello spaziotempo può sorgere un eterno
futuro, anche il concetto di Assoluto entra in crisi.
Si aprirebbe un dualismo
concorrenziale tra
l'eternità di Dio, perenne nel passato e nel futuro, e
l'eternità dell'anima,
perenne dopo il concepimento.
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Ma l'anomalia
non finisce qui. L'anima pur sorgendo libera, con l'unione
sponsale diventa vincolata. L'indissolubilità del matrimonio rende
legati
anche chi si è disunito per giusta causa. Una sciagura evitata in
terra ritorna per sempre in cielo.
Nella Scrittura, l'affresco dell'anima è a malapena
abbozzato, tant'è vero che neppure tu sapevi cosa fosse. L'anima, benché eterna, nondimeno
muore.
E in questo pasticcio divino, anche tu possiedi un'anima. E così tuo figlio.
L'anima ha preso il
sopravvento
anche sul mondo
dell'Assoluto.
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Il peccato
originale è stato un atto lodevole |
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Il rifiuto al
tuo divieto è nato dal desiderio di conoscenza: un atto di disubbidienza
eroico e rivoluzionario, "desiderabile per acquistare saggezza" [Gn 3,6].
Osanna alla curiosità di Eva perché altrimenti saremmo rimasti ancora degli
ottusi, ignorando perfino che
esisteva
il sesso.
Eri tu che temevi il
nostro sapere e "la conoscenza del bene e del male".
La scalata alle grandi spiegazioni conduce a
scoprire i segreti della natura. E dalla "natura creata" ai "misteri del Creatore" il passo è breve. |
E nello
stesso tempo possiamo giudicare la tua simulata qualità morale. Per
la paura che è in te, hai
trasferito il peccato della disubbidienza sull'intera umanità,
rendendolo inespiabile.
Un'ipoteca incancellabile per ricattarci alla sottomissione. Ma se
accettassimo il tuo principio sulla colpa discendente, e quindi
anche ascendente, questa colpa si rovescerebbe sull'artefice delle
due prime creature umane: ossia sul Creatore. Senza rendertene
conto, ti sei auto-incolpato. |
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