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Discordanze e discrepanze nel racconto della Risurrezione dalla tomba



Lettera a un  
 sacerdote  


11 domande   
in attesa di risposte   
 

 


per liberarci da preconcetti, dico subito che la Risurrezione è un atto divinamente possibile: ciò che non è fattibile per la natura è avverabile per Dio. Fatta questa premessa, iniziamo a vedere dove sono e quali sono i segni soprannaturali nella Risurrezione. Per delineare l’evento partiamo da un brano che tratta l'ascesa in cielo: «Elia salì nel turbine verso il cielo» [2-Re 2,11]. Identica descrizione la troviamo in un brano  post-risurrezione «si staccò da loro e fu portato verso il cielo» [Luca 24,50]. Dunque, sulla scia di questo immaginario, il cadavere di Cristo risorto s'innalza immediatamente al cielo mentre gli indumenti si afflosciano per la volatilizzazione del corpo. Vediamo, invece, come si presenta la scena agli apostoli accorsi sulla tomba vuota.

  Le bende sono distese

Pietro vide «le bende che giacevano distese…»  Giovanni 20,6 [testo]
Nel momento della sepoltura le bende erano arrotolate a spira sul cadavere di Cristo. Pietro, invece, le trova "distese". Appare bizzarro che Cristo, dopo essere ritornato in vita e prima di salire in cielo, si sia sfilato le bende e poi le abbia sistemate e distese sulla tomba. Dunque, il luogo e la disposizione delle bende sono in contrasto con l'atto dell'ascensione in cielo dopo il ritorno in vita.

Dalla bende arrotolate alle bende dispiegate 


Dalle bende arrotolate alle bende distese

   Il sudario è ripiegato

Continuiamo ad ascoltare Pietro: «...e il sudario, che era sopra al capo, esso non stava assieme alle bende, ma a parte, ripiegato in un angolo». [Gv 20,7]
Dunque, anche il sudario non era più nel punto d'origine della sepoltura. Per di più, emerge un'insensatezza peggiore di quella delle bende. Gesù, dopo esser ritornato in vita, si toglie il sudario dalla testa, poi lo rassetta e infine lo poggia con cura in un angolo del sepolcro, separatamente dalle bende. Insomma, un susseguirsi di azioni ridicole per un'ascensione divina. In realtà, dietro questi fatti, s'intravede la traccia (femminile) di chi ha messo i panni in ordine dopo che il corpo era stato rimosso .

  Il sangue imbrigliato nella Sindone


Il sudario piegato
 Il sudario rassettato

Adesso valutiamo un particolare della sacra Sindone che la Chiesa ha sempre considerato coerente con l’atto della Risurrezione, prescindendo dall'autenticità o meno del lenzuolo sindonico.

Nella Sindone sono presenti «rivoli di sangue vivo dai travasi post-mortali; emorragie di sangue arterioso, venoso, misto e di sangue ipostatico». Se tutto il corpo del Messia è risorto, anche tutto il suo sangue doveva svanire, sia quello rimasto nella salma che quello fuoriuscito dal corpo, senza distinzioni tra molecole di serie A o di serie B.
Invece, il sangue e il siero di Cristo imbrigliatosi nel filamento del lino, lì erano e lì sono rimasti. In un'autentica risurrezione tutto svanisce e il lenzuolo ritorna immacolato come prima. Ogni molecola del corpo è parte integrante del corpo. Ed ecco il domandarmi: qual è la differenza tra una Risurrezione sovrumana e una simulata?
In una Risurrezione soprannaturale "tutto ascende e svanisce" mentre in una risurrezione artefatta le molecole condensate nella stoffa restano imprigionate

  

 Sangue nella sindome Foto di Baima Bollone

Uno dei globuli rossi
della Sindone al microscopio

DOCUMENTO
 

nel tessuto. Tra l'altro, il sangue non è "materiale di scarto". Dunque, anche su questo dettaglio riscontriamo un'altra lacuna soprannaturale. Ed è talmente lacunosa che oggi, partendo da quei globuli rossi non risorti, si potrebbe clonare il "figlio di Dio".


  La tomba aperta

Dice Luca: «...trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro...» Un'autentica risurrezione passa attraverso le mura e non ha bisogno di aprire un varco per uscire fuori, potendo essere più fenomenale dei neutrini che varcano le montagne. Il vero miracolo non è in una tomba aperta con il cadavere dileguato, bensì in una tomba sigillata che nel momento in cui viene dischiusa il corpo non c'è più. È sufficiente domandarlo al commissario Montalbano. Tuttavia, con la tomba chiusa non si poteva costruire il viaggio di Maria Maddalena al santo sepolcro.
(Le 4 versioni su
Maddalena e gli Angeli)

La Tomba vuota e il tappo della pietra. Una tomba vuota è solo svuotata.


L'idea della pietra rotolata via fu escogitata per far entrare Maddalena lì dove non poteva entrare. La compagna di Cristo, all'alba e da sola, non poteva rimuovere la grossa pietra sepolcrale che tappava l'urna perché era «sigillata» [Matteo 27,66]. Il suo viaggio non doveva neppure iniziare sapendo di non poter entrare nel sepolcro. Dentro questa sceneggiatura, ci si è scordati della Madonna: la santissima Madre di Dio non si è recata al sepolcro del figlio, così come il figlio di Dio, dopo essere risorto, non si è manifestato alla madre pur rivelandosi ad altre persone a Emmaus. Un vero e proprio comportamento infausto della famiglia divina.


  La clandestinità dell'Ascensione

L'intero evento si è consumato in modo clandestino, senza testimoni oculari. Un atto divino non ha nulla da nascondere. Anzi, la visibilità pubblica era essenziale per mostrare l'Ascensione a tutti gli uomini e donne della terra, finanche a Canicattì.
Così la pensava anche Cristo quando disse: «vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo» (Giovanni 1,51).
Tuttavia, non ci fu nessun episodio in mondovisione, nessun
documento storico e nessuno ha mai raccontato di aver visto un uomo salire in cielo, né tantomeno che il cielo si è aperto. Gli unici testimoni post-resurrezione* sono stati i discepoli di Cristo che, essendo i suoi sostenitori, sono i testi meno attendibili. In Tribunale non sono ammessi a deporre gli avvocati difensori dell'imputato. Qui passa la differenza tra il Dio universale e un dio dei propri seguaci. Non a caso Gesù disse loro: "andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno". (Matteo 28,10)
* Luca 24,50 e Atti Apostoli 1,9-10 (stesso autore)

  Negli ultimi istanti
Cristo, poco prima di spirare, intuisce che l'Ascensione da vivo non si sarebbe avverata. Analizziamo le ultime frasi pronunciate sulla croce.
1) La promessa fatta al ladrone «
oggi sarai con me nel Paradiso» si è rivelata fallimentare, ma contiene un pezzo di verità: Cristo pensava di salire in cielo dalla croce quello stesso giorno, quando era ancora vivo e non dopo la morte. E perciò dice espressamente "oggi".
2) L'invocazione implorata da Cristo prima di spirare - Padre mio perché mi hai abbandonato? - mostra la delusione su ciò che egli immaginava. Cioè, di salire in cielo da vivente cosicché tutti avrebbe visto il miracolo dei miracoli. Se Cristo avesse pensato a una Risurrezione post-mortem, il decesso doveva avvenire e di conseguenza Dio non lo aveva abbandonato.

L'ascensione di Elia; anche il carro e i cavalli sono saliti e risorti...

3) Dicevano: "Ecco chiama Elia". È il richiamo all'ascensione di Elia: il profeta fu chiamato da Dio salendo  in cielo da vivo e non da morto.
4) Quando disse «Ho sete» avvertì la naturale secchezza, ma nello stesso tempo che nulla di sovrannaturale stava avvenendo in lui. In quel momento la sua missione era già finita, «ogni cosa era stata ormai compiuta» [Gv 19,28], cosicché, svanita la speranza dell'ascensione, si rende conto dell'arrivo della morte. "E Gesù, emesso un alto grido, spirò" [Mt 27,50]. Anche in questo caso, se Cristo pensava di Risuscitare dopo la morte, doveva attenderla lietamente e non avrebbe dovuto inveire.

Che cosa si aspettava Cristo?
Vediamo qual'era l'aspettativa di Gesù: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me.» Giov 12,32. E ancora: «Gesù disse: E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?»  Giov 6,62.
Anche se nella seconda frase trapela un certo dubbio [se vedeste], entrambi i brani presagivano un'ascesa come quella di Elia. Ma chi l'ha visto Cristo salire in cielo? Chi sono "i tutti" (attirerò tutti a me) che hanno avvistato l'innalzamento al cielo? Insomma, non c'è stata
l'ascesa immaginata da Cristo.
Dopodiché, non essendo salito in cielo prima di morire, il romanzo cristiano ha ideato la Resurrezione
tre giorni dopo la morte: una fiaba in forma di storia per sopperire alla mancata Ascensione dalla croce.


  Lo sbigottimento di Pietro
Pietro corse al sepolcro e poi «tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto» (Luca 24,12).
Perché c'è stato "lo stupore" di Pietro? Era prevista o non era prevista la resurrezione corporale? In realtà, da nessuna parte era stata predetta la resurrezione da morto, bensì l'ascesa da vivo e ciò provocò l'incredulità di Pietro.

  Due risurrezioni e due tempi di arrivo in Paradiso
Nel racconto di Luca ci sono tre morti e due risorti: Cristo e uno dei due ladroni. «Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (23,43) e per tale riconoscenza Cristo promise la risurrezione e il Paradiso a quel ladrone. Invece, nella narrazione di Matteo (27,44) entrambi i ladroni oltraggiano Cristo «allo stesso modo». E così in Marco 15,32 «E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano». Non coincide neppure la data dell'incontro in Paradiso: il ladrone è giunto per primo [«oggi sarai con me»], mentre Cristo è salito in cielo dopo tre giorni. Senza contare i numerosi viaggi fatti da Cristo, dal cielo alla terra e viceversa, nei quaranta giorni successivi.


  La risurrezione in carne ed ossa

Come spiegare che dopo la Risurrezione, sulla via di Emmaus, Cristo ha fame e mangia pesce arrostito e un favo di miele? Diamo per buono che voleva "dimostrare agli apostoli che era lui in persona, in carne e ossa, e

Il favo di miele abrogato nella Bibbia CEI  

non un fantasma". Perché, allora, la Bibbia CEI 1974 e 2008 hanno eliminato «e un favo di miele»? Quei cinque vocaboli cancellati cambiano il senso della frase: si passa dalla testimonianza alla fame fisica vera e propria, giacché il miele selvatico era il cibo di Giovanni Battista. E perciò sono state cancellate quelle cinque parole incompatibili.


  Dopo la Risurrezione e prima dell'Ascensione

Cristo, dopo la Risurrezione, restò qualche ora sulla terra prima di salire in cielo. Cosa ha fatto? Si nasconde da qualche parte e aspetta che i discepoli se ne tornino a casa dopo la visita al sepolcro vuoto [Gv 20,10] per poi incontrare da solo Maddalena [Gv 20,17]. Ascoltiamo le parole di Cristo: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre». È un incontro romantico. Maddalena sta per abbracciarlo ma Gesù le chiede di allontanarsi [Non mi toccare Bibbia Vulgata/Martini].

Cristo e Maddalena dopo la Resurrezione


C’è un dualismo tra il dovere teologico di andare dal Padre e il desiderio personale di vedersi con Maddalena: «non sono ancora salito al Padre». In questo dissidio interno ha prevalso l’affetto passionale sulla priorità divina: prima s'incontra con l’innamorata e dopo si reca da Dio. È una scena appassionante per una commedia umana, ma è comica per una trama ascensionale.

  


nel confutare queste annotazioni, la invito a non usare sotterfugi devozionali oppure di interpretare le incongruenze della Risurrezione come "mistero della fede".
Il mistero ha senso su ciò che è inspiegabile, non sulle cose chiari ed evidenti. I fatti della risurrezione non contengono nessuna circostanza miracolistica:
in tutta la vicenda non c'è neppure una minuzia soprannaturale e nessuna violazione di leggi scientifiche. Né tantomeno può giustificare le incongruenze come "errori di trascrizione della Parola di Dio". Se è vero che l'Onnisciente conosce il futuro, Egli già sapeva se l'estensore della Scrittura interpretava correttamente o scorrettamente il suo pensiero. Supporre che Iddio abbia omesso di correggere un testo sbagliato sapendolo tale, raffigurerebbe una sua imperdonabile colpa o incapacità.


potrà anche rifugiarsi in calcio d'angolo sostenendo che il credo è una "questione di fede". Pur tuttavia, le chiedo di spiegarmi cos'è la fede quando i sottostanti atti e i sovrastanti principi appaiono incongruenti. Rispondermi "io ci credo", quand'anche ricco di passione, è una "risposta vuota" legata al solo desiderio (voglio e perciò credo), mentre è sui fatti reali (extra proprio desiderio) che le chiedo di rispondermi. Di indicarmi, cioè, dove sono e quali sono i segni trascendentali della Risurrezione.
Chiudo questa missiva immaginando che lei si domandi ciò che si domandò san Paolo: se Cristo non è risuscitato, allora è vana la predicazione e la fede.
La mia risposta le apparirà inaspettata. Ogni morale che sopravanza l’iniquità di una dottrina precedente è un contributo di saggezza: il "dio" di Gesù ha revisionato in meglio il "dio" di Israele. Per l'evoluzione culturale ciò non è stato vano.

        Resto in calorosa attesa,
                         L'autore


     ■  11 Resurrezioni nella Bibbia + 1 Collettiva
     ■  il libro Sapienza nega la surrezione di Cristo 
     ■  l'Ascensione dopo la resurrezione 
     ■  Il Bacio di Giuda: il tradimento preordinato 
   
 ■  Cronologia delle religioni
     ■  Il crocifisso modificato
     ■  I preti-atei
   


La risurrezione della fenice     
La Fenice che risorge dalle propri ceneri  
VIII sec. a.C.
 


       

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La credenza nella risurrezione e la speranza di risuscitare: reincarnazione in terra, non c’è nulla dopo la morte, speranza dopo la morte, nulla nell’aldilà.