
per liberarci da
preconcetti, dico subito che la Risurrezione è un atto
divinamente possibile: ciò che non è fattibile per la natura
è avverabile per Dio. Fatta questa premessa, iniziamo a
vedere dove sono e quali sono i segni soprannaturali nella
Risurrezione. Per delineare l’evento partiamo da un brano che
tratta l'ascesa in
cielo: «Elia salì nel turbine verso il cielo»
[2-Re 2,11]. Identica descrizione la
troviamo in un brano post-risurrezione «si staccò da
loro e fu portato verso il cielo»
[Luca 24,50]. Dunque, sulla scia di questo immaginario, il cadavere
di Cristo risorto s'innalza immediatamente al cielo mentre
gli indumenti si afflosciano per la volatilizzazione del
corpo. Vediamo, invece, come si presenta la scena agli
apostoli accorsi sulla tomba vuota.
Le bende sono distese
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Pietro vide
«le
bende che giacevano distese…» Giovanni 20,6 [testo]
Nel momento della sepoltura le bende erano arrotolate a spira sul
cadavere di Cristo. Pietro, invece, le trova "distese". Appare
bizzarro che Cristo, dopo essere ritornato in vita e prima di salire
in cielo, si sia sfilato le bende e poi le abbia sistemate
e distese sulla tomba. Dunque, il luogo e la disposizione delle
bende sono in contrasto con l'atto dell'ascensione in cielo dopo il ritorno in vita. |
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Continuiamo ad ascoltare Pietro:
«...e
il sudario, che era sopra al capo, esso
non stava assieme alle bende, ma a parte, ripiegato in un
angolo».
[Gv 20,7]
Dunque, anche il sudario non era più nel punto d'origine della
sepoltura. Per di più, emerge un'insensatezza peggiore di quella
delle bende. Gesù, dopo esser ritornato in vita, si toglie il
sudario dalla testa, poi lo rassetta e infine lo poggia con cura in
un angolo del sepolcro, separatamente dalle bende. Insomma, un
susseguirsi di azioni ridicole per un'ascensione divina. In realtà,
dietro questi fatti, s'intravede la traccia (femminile) di chi ha
messo i panni in ordine dopo che il corpo era stato rimosso .
Il
sangue imbrigliato nella Sindone |

Il sudario rassettato |
Adesso
valutiamo un particolare della sacra Sindone che la Chiesa ha
sempre considerato coerente con l’atto della Risurrezione,
prescindendo dall'autenticità o meno del lenzuolo sindonico. |
Nella Sindone
sono presenti
«rivoli di sangue
vivo dai travasi
post-mortali; emorragie di sangue arterioso, venoso, misto e
di sangue ipostatico».
Se tutto il corpo del Messia è risorto, anche tutto il suo sangue doveva svanire,
sia
quello rimasto nella salma che quello fuoriuscito dal corpo, senza
distinzioni tra molecole di serie A o di serie B.
Invece, il sangue e il siero di Cristo imbrigliatosi nel filamento
del lino, lì erano
e lì sono rimasti. In un'autentica risurrezione tutto svanisce
e il lenzuolo ritorna immacolato come prima.
Ogni molecola del corpo è parte integrante del corpo. Ed ecco il domandarmi:
qual è la differenza
tra una Risurrezione sovrumana e una simulata?
In una
Risurrezione soprannaturale "tutto ascende e svanisce" mentre in una risurrezione
artefatta le molecole condensate nella stoffa restano imprigionate
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Uno dei globuli rossi
della Sindone al microscopio
►
DOCUMENTO ◄
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nel tessuto. Tra l'altro, il sangue non è "materiale di scarto". Dunque, anche su questo dettaglio riscontriamo
un'altra lacuna soprannaturale. Ed è talmente lacunosa che oggi,
partendo da quei globuli rossi non risorti, si potrebbe clonare il "figlio
di Dio". |
La tomba aperta |
Dice Luca: «...trovarono
la pietra rotolata via dal
sepolcro...»
Un'autentica risurrezione passa attraverso le mura e non ha
bisogno di aprire un varco per uscire
fuori, potendo essere
più fenomenale dei neutrini che varcano le
montagne. Il vero
miracolo non è in una tomba aperta con il cadavere
dileguato, bensì in una tomba sigillata che nel momento in
cui viene dischiusa il corpo non c'è più. È
sufficiente domandarlo al commissario Montalbano. Tuttavia, con la tomba
chiusa non si poteva costruire il
viaggio di Maria Maddalena al santo sepolcro.
(Le 4 versioni su
→
Maddalena
e gli
Angeli) |
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L'idea della
pietra rotolata via fu escogitata per far entrare Maddalena lì dove non
poteva entrare.
La compagna di Cristo, all'alba e da sola, non poteva rimuovere la grossa pietra sepolcrale che tappava
l'urna perché
era «sigillata» [Matteo 27,66].
Il suo viaggio non doveva neppure iniziare sapendo di non
poter entrare nel sepolcro.
Dentro questa sceneggiatura, ci si è scordati della Madonna: la santissima Madre di Dio non si è recata al
sepolcro del figlio, così come il figlio di Dio, dopo essere risorto, non si è
manifestato alla madre pur
rivelandosi ad altre persone a Emmaus.
Un vero e proprio
comportamento infausto della famiglia divina. |
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La clandestinità dell'Ascensione
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L'intero
evento si è consumato in modo clandestino, senza testimoni oculari.
Un atto divino non ha nulla da
nascondere.
Anzi, la visibilità pubblica era essenziale per mostrare
l'Ascensione a tutti
gli
uomini e donne della terra, finanche a Canicattì.
Così la pensava anche Cristo quando disse:
«vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo»
(Giovanni 1,51).
Tuttavia, non ci fu nessun episodio in mondovisione, nessun
documento storico
e nessuno ha
mai raccontato di aver visto un uomo salire in
cielo, né tantomeno che il cielo si è aperto.
Gli unici testimoni post-resurrezione* sono stati i discepoli
di Cristo che, essendo i suoi sostenitori, sono i testi meno attendibili.
In Tribunale non sono ammessi a deporre gli avvocati
difensori dell'imputato.
Qui
passa la differenza tra il Dio universale e un dio dei
propri seguaci. Non a caso Gesù disse loro: "andate ad
annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi
vedranno".
(Matteo 28,10)
*
Luca 24,50 e Atti Apostoli 1,9-10 (stesso autore) |
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Negli ultimi istanti
Cristo, poco prima di spirare, intuisce che l'Ascensione da vivo non si
sarebbe avverata. Analizziamo le ultime frasi pronunciate sulla croce.
1) La promessa fatta al ladrone «oggi
sarai con me nel Paradiso» si è rivelata
fallimentare, ma contiene un pezzo di verità: Cristo
pensava di salire in cielo dalla croce quello stesso giorno, quando era ancora vivo e non dopo la morte. E perciò dice
espressamente
"oggi".
2) L'invocazione implorata da Cristo prima di spirare - Padre mio
perché mi hai abbandonato? - mostra la delusione su ciò che egli
immaginava. Cioè, di salire in cielo da vivente cosicché tutti avrebbe visto il miracolo dei miracoli. Se Cristo avesse
pensato a una Risurrezione post-mortem, il decesso doveva avvenire e
di conseguenza Dio non lo aveva abbandonato. |
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3) Dicevano: "Ecco chiama Elia".
È
il richiamo all'ascensione di Elia: il profeta fu chiamato da
Dio salendo
in cielo
da vivo e non da morto.
4)
Quando disse «Ho sete» avvertì la naturale secchezza, ma nello
stesso tempo che nulla di sovrannaturale stava avvenendo in lui. In quel momento la sua missione era
già finita, «ogni cosa era stata ormai compiuta»
[Gv
19,28],
cosicché, svanita la speranza dell'ascensione, si rende conto
dell'arrivo della morte. "E Gesù, emesso un alto grido, spirò" [Mt 27,50].
Anche in questo caso, se Cristo pensava di Risuscitare dopo la
morte, doveva attenderla lietamente e non avrebbe dovuto inveire.
Che cosa si aspettava Cristo?
Vediamo qual'era
l'aspettativa di Gesù:
«Io, quando sarò elevato da
terra, attirerò tutti a me.»
Giov 12,32.
E ancora: «Gesù disse: E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là
dov’era prima?»
Giov 6,62.
Anche se nella seconda frase trapela un certo dubbio [se vedeste], entrambi i
brani presagivano un'ascesa come quella di Elia.
Ma chi l'ha visto Cristo salire in cielo? Chi sono "i tutti" (attirerò tutti a
me) che hanno avvistato l'innalzamento al cielo?
Insomma, non c'è stata
l'ascesa
immaginata
da Cristo.
Dopodiché, non essendo salito in cielo prima di morire, il
romanzo cristiano ha ideato la Resurrezione
tre giorni dopo la morte:
una fiaba in forma di storia per sopperire alla
mancata Ascensione dalla croce. |
Lo sbigottimento di Pietro
Pietro corse al
sepolcro e poi «tornò
a casa pieno di stupore per l'accaduto»
(Luca 24,12).
Perché c'è stato "lo stupore" di Pietro? Era prevista o non era prevista
la resurrezione corporale? In realtà, da nessuna parte era stata
predetta la resurrezione da morto, bensì l'ascesa da vivo e ciò provocò l'incredulità di Pietro.
Due risurrezioni e due tempi di arrivo in Paradiso
Nel racconto di Luca
ci sono tre morti e due risorti: Cristo e uno dei due
ladroni.
«Ricordati
di me quando entrerai nel tuo regno»
(23,43) e per tale riconoscenza Cristo promise
la risurrezione e il Paradiso a quel ladrone. Invece, nella narrazione di Matteo
(27,44) entrambi i ladroni oltraggiano Cristo
«allo
stesso modo».
E così in Marco 15,32
«E
anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano».
Non coincide neppure la data dell'incontro in Paradiso: il ladrone è
giunto per primo [«oggi
sarai con me»],
mentre Cristo è salito in cielo dopo tre giorni. Senza contare i numerosi viaggi fatti da Cristo, dal cielo alla terra e viceversa, nei quaranta giorni
successivi. |
La risurrezione
in carne ed ossa |
Come spiegare che
dopo la Risurrezione, sulla via di Emmaus, Cristo ha fame e mangia pesce arrostito
e un favo di miele? Diamo per buono che voleva
"dimostrare agli apostoli che era lui in persona, in carne e
ossa, e |
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non un fantasma".
Perché, allora, la Bibbia CEI 1974 e 2008 hanno eliminato
«e un favo di miele»?
Quei cinque vocaboli cancellati cambiano il senso della frase:
si passa dalla testimonianza alla fame fisica vera e
propria, giacché il miele selvatico era il cibo di Giovanni
Battista. E
perciò sono state cancellate
quelle cinque parole
incompatibili. |
Dopo la Risurrezione e prima dell'Ascensione |
Cristo,
dopo la Risurrezione, restò qualche ora sulla terra prima di
salire in cielo. Cosa ha fatto? Si nasconde da qualche parte
e aspetta che i discepoli se
ne tornino a casa dopo la visita al sepolcro vuoto [Gv
20,10] per poi incontrare da solo Maddalena [Gv
20,17].
Ascoltiamo le parole di Cristo: «Non
mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre». È un incontro
romantico. Maddalena sta per abbracciarlo ma Gesù le chiede
di allontanarsi [Non mi toccare
→ Bibbia
Vulgata/Martini]. |
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C’è un dualismo
tra il dovere teologico di andare dal Padre e il desiderio
personale di vedersi con Maddalena: «non sono ancora salito al Padre».
In questo dissidio interno ha prevalso l’affetto passionale
sulla priorità divina: prima s'incontra con l’innamorata e
dopo
si reca da Dio. È una scena appassionante per una commedia
umana, ma è comica per una trama ascensionale. |

nel confutare queste
annotazioni, la invito a non usare sotterfugi devozionali oppure
di interpretare le incongruenze
della Risurrezione come "mistero della fede".
Il mistero ha senso su ciò che è inspiegabile, non sulle
cose chiari ed evidenti.
I fatti della risurrezione non contengono nessuna
circostanza miracolistica:
in tutta la vicenda non c'è neppure una minuzia
soprannaturale e nessuna violazione di leggi
scientifiche.
Né tantomeno
può giustificare le incongruenze come "errori di
trascrizione della Parola di Dio". Se è vero che
l'Onnisciente conosce il futuro, Egli già sapeva se
l'estensore della Scrittura interpretava correttamente o
scorrettamente il
suo pensiero. Supporre che Iddio abbia omesso di
correggere un testo sbagliato sapendolo tale, raffigurerebbe
una sua imperdonabile colpa o incapacità.

potrà anche rifugiarsi in calcio d'angolo sostenendo che il
credo è una "questione di fede".
Pur tuttavia, le chiedo di spiegarmi cos'è la fede quando
i sottostanti atti e i sovrastanti principi appaiono
incongruenti. Rispondermi "io ci credo", quand'anche ricco
di passione, è una "risposta vuota" legata al solo desiderio
(voglio e perciò credo), mentre è sui fatti reali (extra proprio desiderio)
che le chiedo di rispondermi. Di indicarmi, cioè, dove sono
e quali sono
i segni trascendentali della Risurrezione.
Chiudo questa missiva immaginando che lei si domandi ciò che
si domandò san Paolo:
se Cristo non è
risuscitato, allora è vana la predicazione e la fede.
La mia risposta le apparirà inaspettata. Ogni morale che
sopravanza l’iniquità di una dottrina
precedente è un contributo di saggezza: il "dio" di Gesù ha revisionato
in meglio il "dio" di Israele. Per l'evoluzione culturale ciò non è stato vano.
Resto in calorosa attesa,
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