700 Antinomie
 


PARTE
La Croce paleocristiana


2° PARTE
 L'evoluzione della Croce a
T

 70 Manipolazioni

 


      
Prima parte: IL mutamento DELLA forma della CROCE
      Il segreto della Croce nel simbolo del pesce
       
percorso in 9 punti

  Nei primi secoli del Cristianesimo non si "scorge" il segno della croce. La ragione del mistero è legata alla persecuzione dei primi Cristiani: occorreva camuffare con simboli misteriosi e incomprensibili l'appartenenza a quella religione.

 Pesce catacombale



 
 


  Il simbolo maggiormente utilizzato fu il pesce-delfino: segno di riconoscimento di Cristo ed emblema cristologico per eccellenza.
Pertanto, nel simbolo del pesce doveva celarsi il segreto della croce. Tuttavia, i teologi non sono riusciti a cavare un ragno dal buco: non è stato individuato l'emblema della croce nella figura del pesce.

 Nel mentre riflette...

  Se per un attimo pensassimo che nel pesce non c'era alcuna attinenza con la crocifissione, ciò significherebbe che i primi cristiani giudicavano irrilevante l'atto più rilevante del Cristianesimo.
Francamente, ci sembra un'ipotesi infondata. Dunque,
 proviamo a ricercare quel nesso occulto tra la figura del pesce-delfino e il simbolo della crocifissione.


  Scartiamo innanzitutto il parallelismo tra parole e figure: l'acronimo greco ICQUC "Gesù Cristo di Dio Figlio Salvatore" è una solo una forzatura che trasmigra dal disegno romano alle parole greche. Per di più, quelle parole non indicano la croce né l'episodio della crocifissione.
Per gli stessi motivi vanno scartate quelle acrobazie esegetiche che si arrampicano sugli specchi per i significati eucaristici del pesce.

Nel Duomo di Treviso
mosaico paleocristiano


  Seguiamo invece la strada più semplice per giungere al verosimile. L'elemento essenziale del simbolo-pesce è nel perimetro che costituisce l'essenza del segno catacombale. E nella sagoma della linea esterna è nascosta probabilmente la chiave del mistero.


  Prima, però, occorre compiere un piccolo passo indietro sul tema della croce.
Al tempo dei Romani erano in uso diverse forme di croci:
1) Il patibolo
(crux simplex)
2) La croce a
X
  (del martirio di sant'Andrea)
3) La croce a
T
  (crux commissa)
4) La croce detta greca  
(con 4 bracci uguali)
Non esisteva ancora la croce
divenuta poi simbolo del Cristianesimo.

Crux simplex - Impalamento antico metodo di messa a morte
Crux simplex     
Impalamento   
  Esaminiamo brevemente la crux simplex: la più antica.

Patibolo degli Assiri - Da Bibbia Utet 1963                                (Fu pertanto Aman appeso al patibolo... Ester 7,10 - Bibbia Martini)
   Presso gli Assiri la crux simplex era adoperata come forca.

   Presso i Romani il palo era utilizzato come patibolo per legare il
   condannato.

La crux simplex aveva una forma semplice, un tronco acuminato piantato sul terreno e sul quale venivano legate le mani e i piedi del condannato.
Nella Legge di Dio c'era la lapidazione, mentre nella legge dei Romani la crocifissione. Cristo fu assassinato dai romani e non dagli ebrei, motivo per cui occorre risalire alla prassi dell'impero romano raffigurata nei dipinti dell'epoca per identificare il vero "palo" della crocifissione.
Quando nell'Antico Testamento si parla di croce - dice Marucchi - si tratta di questa semplice croce "crux simplex"
[Dictionn. de la Bibl.].
Il patibolo, strumento di supplizio, era chiamato in ebraico - in latino
stipes, lignum o anche arbor - che invece San Girolamo (Bibbia del 405) tradurrà più volte per "cruce" = "croce". E da allora così è rimasto. (
*)
Nella pagina
dal palo alla croce si può notare (nel 3° brano) una correzione della CEI sulla parola "cruce" nella Bibbia di San Girolamo. In ogni caso, ci sono anche altri riscontri testuali.
Ad esempio, il Breviario Romano - nel riportare il martirio di san Marco e san Marcelliano (286 d.C.) - recita: "Ad stipitem alligati sunt, pedibus clavis confixis".  Significa che i fratelli Marco e Marcelliano furono legati ad un tronco e trafitti nei piedi con acuti chiodi. Infatti Seneca chiama il tronco "acuta crux".
Quindi, in un'epoca successiva alla crocifissione di Cristo
(Diocleziano), era normalmente in uso il palo presso i Romani. Lo stesso discorso vale per San Sebastiano, anch'egli martire sulla crux simplex. Inoltre, nel testo biblico c'è una particolarità descrittiva che converge con la tesi del palo, risalente a prima di Cristo.

Cristo alla colonna
Bramante
 

 S. Sebastiano
al palo


  Proviamo adesso a rappresentare l'immagine della crocifissione sulla crux simplex confrontandola con i lineamenti del pesce-delfino delle catacombe.
             Il simbolo nascosto nel pesce catacombale      la magia del simbolo
Il pesce ha mimetizzato il patibulum con una decodificazione simbolica.
Il delfino era raffigurato in posizione orizzontale (tranne qualche sparuto caso), cosicché «l'eloquente» pesce era incomprensibile e silente, tanto necessario nelle persecuzioni.
Per di più, in greco, il vocabolo pesce (Icthûs) permette di comporre un singolare acrostico:. Ossia: "Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore".
La scelta del delfino, tra l'altro, ben si concilia con la pinna caudale spalancata sui due lobi che allude ai piedi divaricati dell'impalato.
E per comprendere che nelle esecuzioni i piedi erano disposti ad angolo e non accavallati è sufficiente osservare la surrettizia evoluzione dei chiodi nel crocifisso cristiano.
[2° documento]


  Il segreto della metafora del pesce, in quanto trasmesso oralmente, si è poi dissipato nel passaggio generazionale allorquando si è chiusa la fase della clandestinità. E nessuno ha più avuto bisogno di quel simbolo catacombale ormai trapassato e seppellito.
Successivamente, i testi biblici hanno fatto da battistrada alle nuove icone plasmate sulla parola "croce"
[con la Bibbia di San Girolamo], che hanno dato vita a molteplici anagrammi e acrostici eterogenei e discordanti tra loro, sia pur con la prevalenza della croce a X


 Anagrammi

Qualche secolo dopo [inizio IV d.C.], dopo l'editto di Costantino, si passò dalle catacombe alle chiese. In questo trapasso è stata concepita un'immagine più artistica per esaltare la "gloriosa croce": il simbolo a T per poi giungere alla . Nell'arco di questa transizione c'è stato il passaggio dal pesce catacombale alla fiction della croce attuale.  Vedi 2ª parte
___________________________________________
(*)
da "Il Crocifisso nell'Arte" - Salesiana editrice, 1911
Celso Costantini - Vescovo e Rettore del Pontificio Ateneo Urbano

 La metamorfosi del Crocifisso - Iconografia della Croce




 Dal Palo alla Croce

  Per la teologia cattolica


 

 Stampa 


L'evoluzione della Croce a T  2ª parte


La Croce
nella storia
del culto:
un'eccellente
manipolazione


Documento in sintesi
per Internet


  
Homepage