L'ascensione dopo la Resurrezione.
   
Perché Cristo sta ancora viaggiando nella Via Lattea...
  

Il Paradiso è situato oltre i confini del cosmo e pertanto Cristo risorto ha dovuto oltrepassare i confini dell’universo per giungere nel regno di Dio. Per valutare l’attendibilità dell’Ascensione analizziamo
il vettore utilizzato dal Elia e da Cristo per compiere la traversata dalla terra al Paradiso.
 
Lascensione di Elia

Elia fu chiamato da Dio e salì in cielo su un carro di fuoco con cavalli fiammanti (2-Re 2,11). Nonostante l’intervento divino, Elia ha avuto bisogno di un “mezzo di trasporto” per andare nell’aldilà. In altre parole, il prodigio ascensionale non è in grado di far innalzare il corpo superando la forza di gravità, tant’è vero che in nessun miracolo biblico c’è un uomo sollevatosi da terra. Anche gli angeli, pur essendo esseri spirituali, hanno bisogno di ali per librarsi in aria. Questa deficienza miracolistica la ritroviamo perfino in Dio. Prima della creazione del cosmo, quando non c’era nulla di nulla, lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque (Gn 1,2). Il vuoto assoluto è incompatibile con la scienza biblica perché elimina qualsiasi punto di appoggio. E quindi, come Dio ha bisogno dell’acqua per sorreggersi e muoversi, così Elia ha dovuto utilizzare un propulsore per salire in cielo.
 

Elia sale in cielo su un carro

Lascensione da vivo

La predizione fatta da Cristo al ladrone «oggi sarai con me nel paradiso» si è rivelata fallimentare (Lc 23,43). Cristo pensava di salire in cielo dalla croce quando era ancora vivo e perciò dice “oggi”. Così avvenne per Elia e per Enoch (Genesi 5,14) saliti in cielo da vivi e non da morti. Tralasciando la questione da vivo o da morto, ci sono altri presagi  fallimentari di Cristo «vedrete il Figlio dell’uomo salire» e «quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Giovanni 6,62 - 12,32). Ma nessun documento storico ha mai raccontato di un uomo che è salito verso il cielo attirando lo sguardo di tutti gli esseri della terra.


Il mezzo dell'ascesa
Nel Nuovo Testamento c’è un particolare utile per la nostra ricerca: mentre Cristo era esclusivamente con i suoi apostoli «una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse al loro sguardo» e solo essi lo videro «mentre egli se n'andava» (
Atti Ap.1,9). Che cosa indica la nuvola?
Anche Cristo ha avuto bisogno di un mezzo di trasporto per compiere il viaggio nell’aldilà. La presenza di un vettore è confermata da Luca «fu portato verso il cielo» (24,50). Quel "fu portato" significa che Cristo non s’innalzò da solo ma entrò in una nube - come in una navicella spaziale naturale - che lo condusse verso Dio. La nuvola trasportatrice rievoca l’ecosistema acquoso su cui muove Jahvè nell’alto dei cieli riprendendo fedelmente il Salmo 104,3 «Costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro».
 

L'ascensione di Cristo. Gesù dentro la nuvola

Il tallone di Achille del miracolo

Non è un fatto casuale l’incapacità del miracolo ascensionale. Dio ha bisogno delle acque per reggersi e spostarsi perché per la Bibbia il vuoto equivale al precipizio. Per sant’Agostino il nulla è un concetto demoniaco alla pari del diavolo. Questo tallone di Achille ci obbliga a esaminare la traversata celeste con le leggi della fisica giacché anche l'ascesa di Cristo è avvenuta con le forze della natura.


Il mancato arrivo nell'aldilà

Nei primi minuti dell’ascesa Cristo salì lentamente al cielo: gli apostoli lo videro «mentre egli se n'andava». Ipotizziamo che successivamente il corpo abbia viaggiato quasi alla velocità della luce. Ebbene, mentre il corpo si allontana dalla terra per giungere alla frontiera del cosmo, i confini dell’universo in ogni attimo si espandono anch’essi alla velocità della luce. In sostanza, le due velocità della luce - quella del corpo in ascesa e quella dell’espansione dell'universo - non consentano di superare i confini del cosmo. Motivo per cui il figlio di Dio, viaggiando su una locomotiva materiale, non arriverà mai nell’aldilà.

 

Cristo adesso
In questo preciso istante il Cristo risorto sta ancora percorrendo la Via Lattea, estesa centomila anni luce. Il viaggio verso il Paradiso è un calvario senza un lieto fine.  In questo scenario non è ipotizzabile la seconda venuta di Cristo, tranne se un giorno, rendendosi conto dell'inconcludente ascesa, deciderà di tornare indietro e la terra esiste ancora.

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Diverso è il discorso per l’anima: senza massa e senza un mezzo di trasporto, lo spirito può giungere immediatamente nel mondo trascendentale. Ma si determinerebbe la separazione perenne tra anima e corpo, determinando una scissione incompatibile con la dottrina del cristianesimo.


L
a farsa dell'ascensione

Un vero miracolo ha poteri illimitati e può fare tutto da solo. Se l’ascesa di Elia e di Cristo fosse avvenuta senza mezzo di trasporto (tipo le trasvolate di Superman) si poteva accreditare il fulmineo trapasso dalla terra al Paradiso. Ma i fatti non stanno così: per compiere il viaggio in Paradiso è stata utilizzata una “locomotiva materialista”. Un espediente simile al "tappeto volante" che dimostra la farsa dell'ascensione di Cristo.
 

Redazione online E&P
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