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Sapienza, l'ultimo libro dell'Antico Testamento,
è stato scritto dopo la morte di Cristo
(dopo
il 38 dC)
ma nega la Resurrezione e
giudica Cristo un santo tra i santi
◄
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La Resurrezione negata
dalla Bibbia
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San Girolamo,
nel 405,
attribuì il libro Sapienza
a Filone di Alessandria (15
a.C.
– 45
d.C.) contemporaneo
di Cristo. Pertanto, per l'autore della
Vulgata, il libro Sapienza fu scritto
dopo la crocifissione di Cristo. Tuttavia,
Sapienza disconosce la
Resurrezione, non
condivide la Trinità e
non attende alcun Messia. |
Innanzitutto, siamo sicuri che il libro Sapienza
è stato scritto dopo la morte di Cristo?
Quali sono le prove sulla data di stesura,
a prescindere da san Girolamo?
E quali
sono i brani di Sapienza che negano la
resurrezione di Cristo?
Prima di
entrare nel riscontro di brani ed eventi
vediamo brevemente la tortuosa datazione che ha
patito l'ultimo libro
dell'Antico Testamento.
■
Molti
Padri
della Chiesa, ingannati dal titolo
"Sapienza di Salomone",
attribuirono il manoscritto al Re Salomone
[nel
X
sec.
a.C.].
Dopodiché, il libro Sapienza fu
indietreggiato di 19 posti nell'indice della Bibbia allontanandolo dai
Vangeli.
[→
Cronologia]
■
Alla fine del 1700
(Bibbia
Martini)
apparve chiaro che nel libro sono narrati
fatti accaduti molti secoli dopo Salomone e l'attribuzione al
"Re saggio" era
solo un
artificio
letterario.
■
A metà del 1900 alcuni biblisti rilevarono che
alcuni fatti narrati erano oltre il 33 d.C.
■
Nonostante i
vari abbagli, l'esegesi cattolica
continuò a escludere Filone perché in
De Providentia
Filone dichiara di recarsi spesso a
Gerusalemme per pregare e offrire sacrifici.
Era inconcepibile che l'agiografo di Dio e
il figlio di Dio si fossero incrociati nella
stessa città senza che nessuno dei due
sapesse dell'altro: Filone non riconosce il
Messia e Cristo è all'oscuro dell'ultimo
redattore contemporaneo della Bibbia.
[→
Documentazione]
■
Per coprire
l'ignaro figlio di Dio, Sapienza
fu imputato
a un
autore anonimo del II
sec.
a.C.
Uno
spostamento di 8 secoli con la tecnica
del
depistaggio.
Negli
ultimi 50 anni, però, con la ricerca di
onesti e zelanti studiosi, lo scenario è
cambiato nuovamente.
Nel 2009 La Bibbia
Edizioni San Paolo
ha riconosciuto che Sapienza è stato
scritto quando Cristo svolgeva la
sua missione in terra.
San Girolamo docet
! |
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Ma c’è qualcosa di più
clamoroso
Sapienza parla della
crocifissione ma nega la Resurrezione
e attribuisce a Cristo un ruolo laico: un santo tra i
santi.
È la più incredibile
sconfessione
biblica celata nell'ultimo libro di Jahvè. |
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Sapienza
è stato
scritto
al tempo di Gesù
→
La Bibbia
Ed. San Paolo 2009 |
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Il
libro Sapienza menziona la condanna a
morte di Cristo per dimostrare che
non è «figlio di Dio»
[cap. 2 e 5],
schernisce le statue di Caligola che nel 38
profanarono le sinagoghe
[cap. 14 e 15],
plaude all'uccisione di Caligola ed elogia la lettera
di Tiberio agli abitanti di Alessandria che
nel 41 mise fine alla dissacrazione dei
luoghi di culto
[cap. 18].
In
sostanza, nel testo ci sono i
riscontri storici che la stesura di Sapienza
ha oltrepassato lo spaziotempo della vita di
Cristo, ma ci sono anche le prove che la
Parola di Dio non riconosce la Resurrezione,
rigetta la Trinità e smentisce l'avvento di
un Messia, nonostante "Cristo il Messia" era morto
da poco. Per di più, laicizza Gesù
declassandolo a un santo come tutti gli
altri santi.
→
Secondo documento
In altre
parole, c'è la sconfessione ufficiale dentro
il testo ufficiale della Bibbia cattolica. |

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Le numerose datazioni
attribuite
alla stesura di Sapienza
negli
ultimi 50 anni
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■ Nel 1967
il biblista
Giuseppe Scarpat
(Rivista
Biblica
→
pp. 171-189 Ed. Paideia),
partendo dalla struttura filologica del testo e
dagli episodi narrati
(le statue del "dio Caligola" e la profanazione delle
sinagoghe), indica la data di composizione
dal 30 a.C. al 40 d.C. Da
tutti i critici
è considerata un'indagine su solide basi e
di alto profilo scientifico. Ma i
biblisti del
Vaticano non ne parlano
affatto.
[→
Testo
in PDF]
■ Nel 1969
la Bibbia Edizioni Paoline attribuisce il libro
Sapienza a un giudeo alessandrino,
che lo avrebbe scritto alla
fine del I secolo a.C.
■ Nel 1974
la Bibbia CEI fa marcia indietro: assegna la data
di stesura di Sapienza tra il 120-80 a.C.
(Ed.
UELCI,
pag. 643).
Ma è una datazione infondata e
smentita anche dalla nuova Bibbia CEI 2008.
Basti pensare che
la sovranità dell'imperatore di cui
parla Sapienza
ha
segnato un'epoca ben precisa. Il termine
[Sap 6,3]
non compare mai nella Bibbia dei LXX perché indica la presa di Alessandria da parte
dell'impero Romano nel
30 a.C. [ ].
È
una parola hapax che non esisteva
precedentemente
e costituisce il terminus
post quem
di Scarpat.
■ Nel 1979
il biblista David Winston,
nel saggio The Wisdom of Solomon
(New
York),
indica come data conclusiva di Sapienza il
periodo dell'impero di Caligola (37-41 dC).
La stessa di Scarpat.
■ Nel 1988
nell'introduzione a Il
libro della Sapienza di G. Ravasi
(Ed. Dehoniane,
pag. 26),
salta
agli occhi una frase sibillina: «Per una
serie di ragioni interne, tuttavia, oggi
gli studiosi sono
sempre più convinti che ci si debba
orientare verso una data precisa, il 30
a.C.»
Quali
sono queste "ragioni interne" alla Chiesa?
La data di stesura di un libro biblico può
essere decisa da motivi di politica
religiosa? In verità, nei salotti vaticani
si paventava il pericolo della datazione
post-Cristo del libro Sapienza per l'abiura della Resurrezione. E non solo.
■ Nel 1989
il libro
Sapienza
di
M. Conti,
Edizioni San Paolo,
cita tra le probabili date quella di
G. Scarpat, ma dice anche che la maggior parte degli
studiosi ritiene che
Sapienza sia stato
scritto tra l’80-30 a.C. In ogni modo,
nel giro di pochi anni la datazione della
Bibbia CEI
del 1974
(120-80 a.C.)
non è più attendibile e si sposta verso il
natale di Cristo.
■ Nel 1998, nel saggio
Creazione e
salvezza nel Libro della Sapienza di
Marco Valerio Fabbri
(docente di Sacra Scrittura
presso la Pontificia
Università della Santa Croce)
c'è scritto:
«L'opera va
in ogni caso collocata alle
soglie del Nuovo Testamento»
[pag. 14].
L'espressione "in ogni caso" serve a
sgombrare il terreno dalle passate
datazioni. Comunque, è varcata la data di nascita di Cristo.
■ Nel 2002,
nella Facoltà Teologica di Firenze si
insegna che Sapienza è
stato redatto alle
«soglie del I sec. d.C.» (Prof. Luca Mazzinghi,
ordinario di
Sacra Scrittura).
Anche qui c’è una minuzia da sottolineare:
non sul
finire del I secolo a.C., bensì
alle
soglie del I secolo d.C.
Pure in questo caso Sapienza ha oltrepassato la
vecchia frontiera dell'Antico
Testamento.
■
Alcuni anni dopo, nella stessa
facoltà teologica: «La datazione è
generalmente posta intorno
all'era cristiana tra il 30 a.C. e il 37
d.C.» [Prof.
F. Belli,
Introduzione alla sacra Scrittura e greco
biblico].
La data finale di Sapienza
(37 d.C.)
supera l'intera vita di Cristo entrando
nell'epoca neotestamentaria.
■ Nel 2004
don G.
Bellia e don A.
Passaro (Facoltà teologica di Palermo)
in
Il Libro della Sapienza tradizione, redazione, teologia si
spingono ad abbracciare la tesi di J.J.
Collins: «Il libro poté
essere stato scritto in un periodo compreso
tra il 30 a.C. e il 70 d.C.».
In realtà, l'analisi di Collins è
forzata
nelle conclusioni: prevede più autori in
base alle
varianti linguistiche tra
alcuni capitoli di Sapienza e interpreta
come data delle persecuzioni antiebraiche in
Alessandria gli episodi del 66 d.C.
(non
definibili
antiebraici)
anziché gli scontri religiosi del 38 d.C.
[→
2° documento allegato]
■ Ancora nel 2004
Sapienza
Antico Testamento
di Giuliano Vigini (Edizioni
Paoline)
restringe la datazione
tra il 30 e il 20 a.C., ma aggiunge:
«è
possibile anche agli inizi del I sec. d.C.».
Nel 2008 il primo colpo di
scena. La nuova Bibbia CEI attribuisce una
diversa data a Sapienza: tra il 50 e
il 20 a.C.
[Ed. UELCI,
pag. 1002].
Ossia, mezzo secolo più recente rispetto alla Bibbia CEI 1974 e
con un intervallo di stesura tutto
antecedente (CEI-1974:
120–80 a.C.
→
CEI-2008: 50–20
a.C.).
Inoltre, è stata superata la frontiera del
30 a.C.
reclamata da
Ravasi.
Nonostante il 20 a.C. sia attiguo alla
Natività, Sapienza non è stato collocato
alla fine dell'Antico Testamento per non mostrare le discrepanze
con i Vangeli. Troppo pericoloso!
Nel 2009
il secondo colpo di scena. La Bibbia
Edizioni San Paolo
(stesso testo
Bibbia CEI 2008), nella presentazione del libro
Sapienza
(pag. 1374), assegna questa data: «tra
la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I
d.C.
A confermarlo ci sarebbero le allusioni alla
situazione storica del tempo,
gli influssi
filosofici
(...)
e letterari greci».
■
La
scelta della Edizioni San Paolo è categorica
perché
non riporta la data della Bibbia
CEI 2008
pubblicata un anno prima. Il criterio
d'indagine
è lo stesso usato da Scarpat nel
dimostrare la data finale del 38
d.C. Che però non è menzionato.
Il messaggio è comunque
palese: Sapienza è stato
ispirato da Dio
quando il Messia svolgeva il suo
apostolato. Fin qui nulla di
male, se non fosse che Sapienza
smentisce l'intera dottrina del
Cristianesimo dopo la venuta e
la morte del suo fondatore.
In sostanza, nell'Antico
Testamento c'è la scomunica in
simultanea del Nuovo Testamento:
una Parola di Dio contro
un'altra Parola di Dio.
■
Ovviamente, l'edizione San Paolo
non dice quali sono i brani di
Sapienza con i
riferimenti alla situazione storica del tempo.
Chi
cerca tra le note esegetiche non trova
nulla. D'altro canto, è inutile
aspettarselo
perché la negazione della
Resurrezione porta diritto
all'apocalisse del Vaticano. |
|

Sapienza parla delle statue di
Caligola nelle sinagoghe
nel 38 |
■
Alcuni biblisti che
hanno condiviso le note esegetiche e
teologiche della Bibbia
Edizioni San Paolo 2009
(B.
Maggioni, G. Ravasi, M. Tàbet,...)
hanno partecipato alla
revisione della
nuova Bibbia CEI 2008.
Gli stessi esperti, nel giro di
pochi mesi, hanno convalidato due date diverse
per il libro Sapienza. |
|
Sapienza è un libro ad orologeria
che sta per tuonare
|
Cristo
ripeteva continuamente «così sta scritto»
per convalidare la sua missione alle volontà
dell’Antico Testamento. Ma proprio
nell'ultima Sacra Scrittura, stilata
nell’era cristiana ma non redatta da un
seguace di Cristo, la Parola di Dio
smentisce la Resurrezione rinnegando
l'evento centrale dei Vangeli.
Ecco cosa dice
l'autore di Sapienza: «Egli
[Dio]
mi ha concesso la conoscenza infallibile
delle cose...
Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese
io lo so.»
[Sap 7,17+21].
Se
Sapienza è l'apice della Rivelazione divina, allora, chi ha mentito?
Dio o Cristo? Oppure entrambi?
La scomunica della Resurrezione di Liber Sapientiae
piomberà come un macigno sul popolo dei
fedeli.
Un altro muro sta per crollare.
È
solo questione di
tempo,
ma volenti o nolenti sarà dolente.
E lo dico a malincuore.
il riscontro
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Alfredo Alì
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Scultura di Maurizio Cattalan
La nona ora
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