Il gioco delle tre carte
di G. Ravasi
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- Prima, allarga la forbice
a dismisura: dal II
sec.
aC (Bibbia Martini) *
al II
dC (Holmes/Collins)
- Poi, riduce la data di composizione a un solo anno solare:
nei 12 mesi del 30 aC.
**
- Dopo, allude ad altri libri della Bibbia antecedenti al 30
aC che non ci sono nel canone cattolico.
Il 4° libro dei
Maccabei (datato nel
I
secolo dC) è apocrifo per gli ebrei, i cattolici e
protestanti. Invece
è
canonico per la Chiesa ortodossa. Tra l’altro, anche il 4°
Maccabei
non parla di Cristo né della
Risurrezione, nonostante sia stato scritto dopo Cristo. ***
* La data
del II
aC della Bibbia Martini è stata
invalidata dalla Bibbia CEI 1974 (120-80) e
successivamente dalla BIBBIA 2008
(50-20 aC)
** M. Conti, nel confutare la tesi di
Holmes sulla presenza di più autori nel libro Sapienza,
sostiene che le differenze di stile tra i capitoli 1-10 e 11-19 sono spiegabili con un certo
intervallo di tempo:
«nella terza età dell'autore». Un intervallo di
decenni e non di
12 mesi.
***
A pag. 55, lontano dal tema della datazione,
Ravasi afferma che
Sapienza «in ordine
cronologico è praticamente l'ultimo dell'Antico Testamento».
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Innanzitutto,
la data del 30
a.C. è stata superata dalla Bibbia CEI 2008
e successivamente dalla Bibbia Ed. san
Paolo 2009 di cui Ravasi è stato il
curatore.
Alcune
confutazioni
■ G. Ravasi sostiene che Filone è il
«patrono del
luogo in cui è nato il libro
Sapienza, ma non è l'autore»
(a pag. 19). Ebbene, se il libro Sapienza fosse stato scritto nel 30 aC - come
egli sostiene - com'è possibile che Filone
(15
a.C.–45
d.C.) sia
il patrono del luogo se
non era ancora nato?
Filone (15
aC
~
45
dC) è
stato fatto santo protettore prima ancora di
essere generato.
Se così non fosse, cioè se Filone fosse
davvero il patrono del luogo in cui è nato
il libro, vuol dire che
il libro Sapienza
è stato redatto dopo il 45 dopo Cristo e
non certo nel 30
avanti Cristo. Insomma,
volendo defenestrare Filone si aggrava il
senso della datazione di Sapienza: si
oltrepassa la data di composizione dei primi
testi del Nuovo Testamento. Insomma, ancora
peggio!
■
Un'altra discordanza di Ravasi su
Filone/Sapienza.
A pag. 19

«I libri di Filone sono l’espressione di una
teologia matura, di una filosofia ormai
estremamente elaborata,
mentre il libro
della Sapienza è un’opera acerba,
un testo
ancora abbastanza giovane.» Per cui Filone
«non è sicuramente il suo autore.»
Ma a pag. 88

«Facciamo un ultimo esempio di come l’autore
[di Sapienza] ha costruito il suo testo, con
una struttura raffinatissima persino nei
dettagli.»
Nel libro
→
Peccato e Perdono, G. Ravasi, Ed, PIEMME
1992, pag. 79

Sul libro Sapienza: «Piccolo gioiello della
letteratura giudaica di Alessandria
d'Egitto»
■
Un’altra discrepanza riguarda il
genere letterario del libro Sapienza.
Ravasi (a pag 115) lo attribuisce al midrash,
omiletica giudaica che si trova nella
tradizione talmudica. Ed è vero. Tuttavia, tale tradizione
rabbinica (Tannaim) è nata solo nel 70 dC
tra gli ebrei della diaspora babilonese,
come metodo comunicativo per le condizioni segreganti della
diaspora.
È uno stile predicativo con l’interrogazione
teologica (parlare indirettamente) che non esisteva nel 30 a.C.
Filone è stato il precursore dello stile midrashico "in greco".
Sapienza
è l'unico esempio nella Bibbia di midraš in forma omiletica. Nessun altro autore alessandrino
ha mai adoperato questo genere letterario
prima di Filone (hapax legomena).
Se l'autore avesse parlato esplicitamente,
facendo nomi e cognomi, sarebbe crollato il
finto Salomone
e l'intero impianto letterario. E
Sapienza non sarebbe entrato nel canone
biblico.
Invece, con l'ingegnosità della finzione e
col sagace metodo implicito oggi sta
rivelando.
In verità, la
tecnica di Ravasi è quella di dire le cose
per
poi capovolgerle
e negarle.
Un dittico di tesi e antitesi, ma più
sincero di chi parla con la censura della monotesi.
■ In ogni
caso, la Chiesa non potrà mai ammettere
Filone per le dichiarazioni di
sant'Agostino.
■
Non ultimo, c'è lo scandalo parentale
di Filone su cui tacciono tutti i
biblisti.
In sostanza, emerge
l'interesse a imporre la data perentoria
del 30 aC senza un briciolo
di "ragione interna al testo", giacché le vere ragioni
sono nella sconfessione del cristianesimo
direttamente da un testo della Bibbia
cattolica.
Decade il mandato
apostolico
a Papi, Vescovi e
Cardinali
perché al mandatario [Gesù] manca il
consenso del mandante, avendo detto di essere stato
mandato da Dio.
Gesù rispose: «la mia dottrina non è mia, ma
di colui che mi ha mandato.» Gv 7,16
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Sapienza sconfessa il Messia e
la Trinità di
conseguenza il Vaticano.
La Parola di Dio contro la Parola di Cristo.
È proprio un giallo divino!
Per oscurare questa tragedia soprannaturale
occorreva fermarsi al 30 a.C. o giù di lì. |
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