A cura
dell'Ufficio catechistico della diocesi di Roma.
Dal
documento di presentazione della Mostra
sui
Manoscritti e Papiri della Bibbia,
6-16 novembre 2008 (Roma)
in occasione del Sinodo dei Vescovi su La Parola di Dio. |
La Risurrezione negli storici
Differentemente dal silenzio di
Qumran,
ci sono le
parole di G. Flavio (37~100 dC - contemporaneo di san Paolo),
nell'opera Antichità giudaiche.
Tuttavia, anche la penna di
Flavio pregiudica
la tesi della risurrezione.
Vediamo perché.
«e
raccontarono che egli era loro
apparso tre giorni dopo la
crocifissione ed era vivo».
Ancora una volta “sono essi” e
“solo loro” che lo raccontarono,
rimarcando la tesi che
si
trattava
di
una narrazione
senza una pubblica e reale
attendibilità.
In buona sostanza, una
"faccenda tutta interna" tra i
tanti movimenti
messianici con i tanti
presunti
messia di quel periodo
messianico.
Non a caso, al di fuori
delle quattro righe di G.
Flavio, l’evento della
risurrezione è assente
in tutti i testi
documentali dell’epoca. |
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*
Questa versione è
considerata spuria,
frutto di interpolazioni
cristiane.
**
Nella Storia universale,
scritta da Agapio di Ierapoli (vescovo e
storico cristiano -
Siria - X secolo),
è riportata questa traduzione araba del brano di
G. Flavio.
È
considerata più
attendibile dell'altra.
|
Per
analizzare
le
informazioni
di Filone
d'Alessandria,
contemporaneo
di Cristo
(15
aC
-
45
dC)
consigliamo di leggere
Sapienza,
l'ultimo
libro
dell'Antico
Testamento. |
La risurrezione
incompiuta

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