La teologia cattolica
ha affrontato l'ipotesi del palo [tracce nella
letteratura del crocifisso] con malcelato diniego pregiudiziale.
Per due motivi essenziali:
Primo:
la crux simplex sembrerebbe troppo "banale" nella rappresentazione del "grande evento" e inadeguata alla "solennità" di quella esecuzione.
Una tesi impropria se letta nella storia di quel momento:
lo storico Giuseppe Flavio, nell'opera Antichità Giudaiche (93/94), quasi non menziona Gesù, tantomeno la crocifissione.
Tutte le notizie da
fonti extracristiane (Cornelio Tacito, Plino il Giovane...) sono da
trafiletto di cronaca interna.
Secondo:
la crux simplex invaliderebbe l'attuale forma della Croce ,
con tutta la "catena" di derivanti conseguenze.
Bisogna infine considerare che anche
i teologi
che hanno approfondito la tematica della Croce asseriscono che non
ci sono certezze per sostenere la forma della croce cristiana
a .
Ma è un parlar tra biblisti, lontano dai mass media
dove quelle parole provocherebbero tutt'altro effetto. |
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