UN
COMANDAMENTO MANIPOLATO

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Perché Dio
ha comandato di non uccidere
e poco dopo ha ordinato di ammazzare?
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Il 5° comandamento
«non uccidere»
sembra una legge universale e la celebrazione del diritto alla
vita.
In realtà, dopo appena 20 righe, Dio
ordina 6 uccisioni (Da
→ Esodo 20,13
A → Esodo 21,12).
Come spiegare, allora, il contrasto tra il precetto di non-uccidere e le
successive uccisioni decretate da Dio?
partiamo
da
due
ipotesi sbagliate
1)
Dio ha cambiato idea
dopo il primo Decalogo?
2)
C'è una contraddizione interna al pensiero di Dio?
1) Dio non ha cambiato idea
perché c'è un mutamento troppo repentino e fin troppo palese.
Per di più, quei 6 omicidi decretati dopo il 5° comandamento non sono
un'eccezione. Nel testo biblico sono presenti centinaia e centinaia di
delitti leciti, alcuni dei quali eseguiti da Dio in prima persona. Anche
Cristo conferma la Legge comandamentale di uccidere il figlio che non
onora i genitori
(Marco 7,10
Rif.
→
Esodo 21,17).
Dunque, c'è qualcosa di profondo che
sfugge all'immediata comprensione.
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2) Oggi siamo abituati a
universalizzare i principi: uguaglianza per tutti, libertà per tutti...
perché siamo figli di una cultura pacifista e cosmopolita. Ma nella Bibbia, a
dispetto di quanto si crede, non c'è l'universalità.
Dio si rivolge esclusivamente al suo popolo prediletto (Dio d'Israele), tant'è vero che l'espressione
«mio popolo» è ripetuta 221 volte ed è codificata la separazione degli
ebrei dagli stranieri per non contaminare la "stirpe eletta".
Un esempio è
nel divieto per gli stranieri di entrare nel tempio di Dio. «Nessuno
straniero, non circonciso di cuore, non circonciso nella carne, entrerà
nel mio santuario, nessuno di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli
Israeliti» [Ezechiele 44,9].
Il "tuo prossimo" - come tradotto in italiano - si riferisce
esclusivamente al "fratello ebreo". Il Decalogo si
riferisce ai rapporti sociali tra i membri di Israele.
Questa concezione compaesana è confermata nella nota della Bibbia CEI 1974:
«Gli Ebrei preferivano considerare come prossimo soltanto i
connazionali» [in Matteo 5,43 - Ed. UELCI pag. 976]. Lo stesso discorso
vale per Cristo: «Non andate fra i pagani... ma
dalle pecore perdute della casa d'Israele» [Matteo 10,5]. Solo nel
primo concilio di Gerusalemme, dopo un'accesa disputa tra
la linea di Pietro (predicazione tra i soli Ebrei) e la linea di Paolo
(apertura ai non Ebrei), si giunse a una prima mediazione. La critica
biblica mette al centro di quella controversia la circoncisione, che in
verità è un aspetto secondario dentro il tema dell'ecumenismo.
Nel testo ebraico, il quinto comandamento non è una frase indipendente.
Non uccidere è l'inizio di una proposizione che comprende
«non commettere adulterio, non rubare...» per poi concludersi «contro il
tuo prossimo». Giacché il tuo prossimo è il
connazionale ebreo, il comandamento in esame va letto più
correttamente: non uccidere il tuo connazionale ebreo.
Proprio in base alla nota sopra riportata.
Ma il punto fondamentale è un altro
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L'effettiva traduzione é "TU NON UCCIDERE" per cui
"non uccidere" vieta la vendetta con le proprie mani,
vieta di fare giustizia da soli ma non proibisce la pena di morte consacrata dalla Legge biblica..
La lapidazione con i sassi o l'impiccagione al palo erano le
due sacre norme per eseguire la pena di morte.
La ragione del divieto di uccidere è ben
spiegata nella Lettera ai Romani [12,19]
«Non fatevi giustizia da voi stessi», mentre la
legittimità della pena di morte è in tutte le istruttorie della
Legge di Dio.
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In buona
sostanza, la condanna a morte doveva essere promulgata dal
Tribunale religioso (anche dal Sinedrio nella Sinagoga), con due
o tre testimoni, davanti a giudici che rappresentavano
l'autorità divina. Solo dopo il verdetto si poteva eseguire
legittimamente la sacrosanta lapidazione e il testimone
principale era il primo boia a scagliare la prima pietra,
dopodiché seguiva la sassaiola di massa (Deuteronomio. 17,7)
urlando a tutta voce per coprire lo straziante lamento del
colpito a morte.
Qui è la chiave di volta, tra un atto pubblico-legislativo consentito
e un atto privato-personale
vietato.
Qui appare il senso compiuto del quinto comandamento:
non uccidere per conto tuo il connazionale
ebreo,
tranne se a seguito di un processo.
Il
comandamento
"Tu non uccidere da solo"
ha
rappresentato comunque la fine della
libera vendetta privata. Tuttavia,
non va confuso con un divieto universale all'uccisione, che nella Bibbia
non c'è.
Il quinto comandamento "Non uccidere" sembra antitetico
al concetto di uccisione
ma solo perché è stato decontestualizzato..
LA PROVA DEL 9
Le più importanti espressioni
bibliche sono ripetute numerose volte
"Sia
messo a morte" [singolare e plurale], è replicato 76 volte
(per adulterio, idolatria...)
"Non uccidere" non è citato in tutto l'Antico Testamento.
(Le
tre finte presenze)
Insomma, non
compare mai "Non uccidere" nell'Antico Testamento.
E non è un caso. Dunque, non è sbagliato dire che
nell'apparente No c'è un secco SI.
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I nostri attuali orizzonti sono più ampi della concezione di Dio.
L'esegesi, per tentare di universalizzare Dio, fa apparire ecumenico il
pensiero di Jahvé.
Ebbene, è proprio la non-universalità dei principi di Dio che
salva Jahvè dalla "contraddizione interna".
Quando
Dio
combatte e uccide personalmente:

2-Samuele 12,14 - Giosuè 10,11 - Levitico, 10,1 - 1-Samuele 25,38 - 2-Cronache 14,11 - Giudici 4,15 - Giudici 20,35 - Esodo 14,25 - Deuteronomio 3,22 - Siracide 4,27 - Zaccaria 14,3 - Deuteronomio 1,30
una sensibile differenza tra Bibbia CEI 1974 e Bibbia
Martini/Vulgata in Deuteronomio
1,30:
1) CEI '74
"Il Signore stesso vostro Dio, che vi precede, combatterà per
voi... "
2)
Bibbia Martini "Il Signore Dio,
che è vostro condottiero, combatterà
egli stesso per voi..."
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