Prima di leggere la pagina, 
prova a immaginare
quante volte
compaiono nella Bibbia
le parole Paradiso, Inferno e Purgatorio.

  Dopodiché, scendi giù

       

 


La parola
non esiste nell'
Antico Testamento e compare solo 3 volte nel Nuovo Testamento.
Vangeli [Luca 23,43], Corinzi-2 [12,4], Atti  Apostoli [2,7].
C
risto promette il paradiso ad uno dei ladroni [non battezzato]: sentendosi compatito, con una punta di partigianeria, fa scattare la promessa.
Anzi, arriva due giorni prima di Cristo "oggi sarai con me nel paradiso", sbagliando i tempi della Risurrezione.

Tutto qui
.

La parola
compare in un solo brano. Anche qui nel testo di Luca
[16, 23].
Tuttavia, il termine
Geenna (sinonimo di inferno: luogo eterno di atroci tormenti e sofferenze)
è presente 11 volte nei 4 Vangeli.

La parola

neppure una volta.
E così il limbo, che è comparso e poi scomparso tramite l'esegesi.

In ogni caso, il purgatorio, in quanto entità di transizione, apre alla relatività dello spaziotempo.

Per
comprendere l'importanza da attribuire alle parole in un testo, è sufficiente osservare il numero delle ripetizioni. Esempio, la parola pavimento è presente 14 volte e la parola rame 60 volte (parole di poco conto).
Se
Cristo avesse conosciuto davvero l'altro mondo, lo avrebbe descritto, sia pure sommariamente.
Invece, nessuna notizia dal fronte dell'Aldilà: l'oblio di chi non sa.
Ma prescindendo dal vuoto biblico, sperare nella "vita che continua" alletta sicuramente il nostro piacente desiderio.
Qui passa la differenza tra ciò che "è realmente" e ciò che "noi vogliamo che sia".
 

              

 
 
la noia infernale del paradiso:

  
Immaginiamo di dover guardare in eterno la luce di Dio.
  Dopo un'ora di ammirazione, dopo un'ora di perpetue lodi e di osanna ininterrotti,
  giunge la noia eterna...

 





  
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