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  Le 700 antinomie 
 

Differenze e diversità tra i due Testamenti di Dio
   Nell'Antico Testamento le contraddizioni interne al pensiero di Dio appaiono evidenti,
   mentre nel Vangelo, a un primo sguardo, sembrano inesistenti.
   In realtà, esse sono racchiuse nella proposta d'amore ed eclissate nei primi fondamenti.


La critica di Cristo a Dio: la doppia anima della bibbia
Nelle parole di Cristo troviamo una manifesta approvazione di alcuni contenuti crudeli della Bibbia e una sottaciuta critica al Padre.
La critica di Cristo a Dio si manifesta su due piani allusivi.
Cristo, nel riportare dei passi biblici, ne cita le positività e ne omette deliberatamente le negatività.
L'amore professato da Cristo è palesemente inconciliabile con l'etica di un Dio arcigno. Gesù, in sostanza, moralizza la Parola divina affermando il contrario di Dio proprio mentre si identificava con lui.

anatomia dell'amore di cristo
Nei princìpi fondamentali risiede un concetto sublime (amarsi l'un l'altro), contraddetto però dalla legittimità delle disuguaglianze (schiavi, poveri).
Tale
dicotomia è palpabile. Del resto, non basta conclamare il verbo dell'amore per attuarlo nella propria quotidianità.

I fondamenti nascosti
Dio, come anche Cristo, giudicava pressoché immutabili le condizioni sociali: in buona sostanza gli schiavi ci sono sempre stati, la povertà è sempre esistita, la sottomissione della donna è nata con essa. Dopodiché, la storia del passato è stata travasa in un eludibile futuro. La stessa logica del cosmo biblico - fisso e immutabile - non sfugge a tale condizione, giacché tutto ciò che Dio ha creato è inalterabile, secondo l'assiomatica divina.
Imprigionato in questo vincolo concettuale, Cristo ha dovuto escludere i diritti umani di uguaglianza e libertà dalle relazioni d'amore. Una sorta di singolare estraneità dei sentimenti rispetto ai rapporti sociali, mentre oggi - come forse anche allora - sappiamo che l'amore è impregnato dei profumi o delle esalazioni dell'ambiente in cui vive.

L'apparenza
L'amore di Cristo, di primo acchito, sembra convivere agevolmente con la sottomissione e con la schiavitù. E con la povertà in particolare.
Ma a ben guardare, questa è una falsa apparenza. E lo dimostra inconsapevolmente Dio stesso che non comprende perché lo schiavo, nonostante sia accarezzato fin dall'infanzia dal suo padrone, rimanga insolente.
In altre parole, Dio non si rende conto che la qualità dell'amore è intimamente legata alla qualità della vita; in quel caso, alla qualità di schiavo. Lo stesso vale per Cristo.

    Schiave d'amore
L'artificio di Cristo per coniugare amore e schiavitù è stata la sottomissione volontaria. Si trattava di offrire al prossimo la compassione della condiscendenza, cosa ben diversa dall'umiltà, evitando di toccare la disuguaglianza. È quanto sperimentano le donne, nel loro tenero affetto, nel doversi assoggettare, talvolta, a un triste amore. Se dunque in superficie l'amore cristiano appare quieto, negli abissi passionali è amaro e turbolento. E ciò il Dio maschio non lo vede e non lo sa.
È nelle pieghe dell'amore, nelle sue sub-condizioni, che si cela l'innocente miseria dell'amore cristiano, dove è del tutto assente la dialettica del positivo, l'idea dell'amore sereno e piacente nella convenienza per tutti e per ciascuno.
Ecco perché non basta proclamarne il principio dell'amore per navigare a vele spiegate nelle sue seducenti acque. Ecco perché la questione è ancora tutta aperta.

Valicato l'invalicabile
Se Cristo ha risolto, superandole, le contraddizioni del primo Testamento, la sua nuova concezione resta tuttavia gravata dall'ipoteca dell'impossibilità sociale la cui cancellazione è stata procrastinata nell'aldilà.
Quarant'anni fa, durante il Sessantotto, il muro dell'impossibile iniziò a sgretolarsi sotto i colpi di una generazione che giudicò possibile quello che per Dio era inconcepibile.


La carità cristiana è un pensiero di grande portata storica, rivoluzionario e meraviglioso nello stesso tempo.
Peccato, però, che la parola "carità" non sia mai stata pronunciata da Cristo e sia assente nei quattro Vangeli.
La Teoria della carità è nata soltanto in seguito. Cioè, nei primi commentari della letteratura cristiana che, pur se inseriti nel Nuovo Testamento, non raccontano propriamente i fatti e le parole di Gesù. Peccato!

In effetti
Nel Vangelo, diversamente dall'Antico Testamento, le antinomie risiedono nel sommerso piuttosto che in superficie.
Quei brani che mostrano chiaramente i segni della contraddizione sono comunque il riflesso di una logica sottostante dove si trova la vera radice dell'antinomia.

Le due anime della bibbia

Ovviamente, nessuno intende sminuire l'incanto e la
sublimità di alcuni principi enunciati da Cristo. Peccato che questo indiscusso merito sia stato strumentalizzato al fine di giustificare le divine imperfezioni.

 

     La Via delle Buone Novelle



 Stralcio di qualche brano
















































        


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Contraddizioni tra Vecchio e Nuovo Testamento. Differenza tra Bibbia e Vangelo.