La
critica di Cristo a Dio: la doppia anima della bibbia
Nelle parole
di Cristo troviamo una manifesta approvazione di alcuni
contenuti crudeli della Bibbia e una sottaciuta critica al Padre.
La
critica di Cristo a Dio si
manifesta su due piani allusivi.
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Cristo, nel riportare dei passi
biblici, ne cita le positività e ne omette deliberatamente
le negatività.
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L'amore professato da Cristo è palesemente inconciliabile
con l'etica di un Dio arcigno. Gesù, in sostanza, moralizza la
Parola divina affermando il contrario di Dio proprio mentre si
identificava con lui.
anatomia
dell'amore di cristo
Nei princìpi
fondamentali risiede un concetto sublime (amarsi
l'un l'altro),
contraddetto però dalla legittimità delle disuguaglianze (schiavi,
poveri).
Tale dicotomia
è palpabile. Del resto, non basta conclamare il verbo dell'amore
per attuarlo nella propria quotidianità.
I
fondamenti nascosti
Dio, come anche Cristo,
giudicava pressoché immutabili le condizioni sociali: in
buona sostanza gli schiavi ci sono sempre stati, la povertà è
sempre esistita, la sottomissione della donna è nata con essa.
Dopodiché, la storia del passato è stata travasa in un eludibile
futuro. La stessa logica del cosmo biblico - fisso e immutabile -
non sfugge a tale condizione, giacché tutto ciò che Dio ha creato
è inalterabile, secondo l'assiomatica divina.
Imprigionato in questo vincolo concettuale, Cristo ha dovuto
escludere i diritti umani
di uguaglianza e libertà dalle relazioni d'amore. Una sorta
di singolare estraneità dei sentimenti rispetto ai rapporti
sociali, mentre oggi - come forse anche allora - sappiamo che
l'amore è impregnato dei profumi o delle esalazioni dell'ambiente
in cui vive.
L'apparenza
L'amore
di Cristo, di primo acchito, sembra convivere agevolmente con la sottomissione
e con la schiavitù. E con la povertà in particolare.
Ma a ben guardare, questa è una falsa apparenza. E lo dimostra
inconsapevolmente Dio stesso che non comprende perché lo schiavo,
nonostante sia accarezzato fin dall'infanzia dal suo padrone,
rimanga insolente.
In altre parole, Dio non si rende conto che la qualità dell'amore
è intimamente legata alla qualità della vita; in quel caso, alla
qualità di schiavo. Lo stesso vale per Cristo.
Schiave d'amore
L'artificio di Cristo per
coniugare amore e schiavitù è stata la sottomissione volontaria.
Si trattava di offrire al prossimo la compassione della
condiscendenza, cosa ben diversa dall'umiltà, evitando di toccare
la disuguaglianza. È quanto sperimentano le donne, nel loro tenero
affetto, nel doversi assoggettare, talvolta, a un triste amore.
Se dunque in superficie l'amore cristiano appare quieto, negli
abissi passionali è amaro e turbolento. E ciò il Dio maschio non
lo vede e non lo sa.
È nelle pieghe dell'amore, nelle sue sub-condizioni, che si
cela l'innocente miseria dell'amore cristiano, dove è del tutto
assente la dialettica del positivo, l'idea dell'amore sereno e
piacente nella convenienza per tutti e per ciascuno.
Ecco perché non basta proclamarne il principio dell'amore per
navigare a vele spiegate nelle sue seducenti acque. Ecco perché la
questione è ancora tutta aperta.
Valicato
l'invalicabile
Se Cristo ha risolto, superandole, le contraddizioni del primo Testamento,
la sua nuova concezione resta tuttavia gravata dall'ipoteca dell'impossibilità
sociale la cui cancellazione è stata procrastinata nell'aldilà.
Quarant'anni fa, durante il Sessantotto, il muro dell'impossibile iniziò a
sgretolarsi sotto i colpi di una generazione che giudicò possibile quello
che per Dio era inconcepibile.
La carità cristiana
è un pensiero di grande portata storica, rivoluzionario e
meraviglioso nello stesso tempo.
Peccato, però, che la parola "carità" non sia mai stata
pronunciata da Cristo e sia assente nei quattro Vangeli.
La Teoria della carità è nata soltanto in seguito. Cioè, nei
primi commentari della letteratura cristiana che, pur se
inseriti nel Nuovo Testamento, non raccontano propriamente i fatti e
le parole di Gesù. Peccato!
In
effetti
Nel Vangelo, diversamente
dall'Antico Testamento, le antinomie risiedono nel sommerso
piuttosto che in superficie.
Quei brani che mostrano chiaramente i segni della contraddizione
sono comunque il riflesso di una logica sottostante dove si trova la
vera radice dell'antinomia.
Le due anime della bibbia
Ovviamente, nessuno intende sminuire l'incanto e la
sublimità
di alcuni principi enunciati
da Cristo. Peccato che questo indiscusso merito sia stato
strumentalizzato al fine di giustificare le divine imperfezioni.
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