
Quanti sacerdoti non credono più in Dio?
Non stiamo parlando di chi si tormenta nel dubbio, ma di chi ha maturato
la convinzione di non poter più credere.
Spesso è questo il punto di arrivo di una lunga e laboriosa riflessione,
che li porta a sganciarsi
dall'esaltazione e dal plagio dei testi ecclesiastici.
Tuttavia, per fragilità, per lo sgomento di non avere più una
funzione o la remunerazione, essi nascondono ciò che pensano e
continuano a fingere anche nel mentre celebrano la messa o pronunciano
omelie.
Il prete-ateo è una figura riflettente nel proprio intimo, ma vile verso l'esterno.
Ciò nondimeno è fin troppo facile lanciare saette di critiche dal di fuori, piuttosto che provare a capire il loro travaglio.
Ma che fare? Si domandano ogni giorno e - confusi tra il dubbio e l'angoscia
- attendono, con la morte, la liberazione. |
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La questione dei preti-atei, che sono molto più numerosi di quanto si possa immaginare,
non inficia "l'esattezza teologica".
Tutt'al più, può essere letta come malessere suppletivo.
Giacché la vera "questione teologica" è tutta dentro il "contenuto
del metafisico".
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