L'esegesi biblica
attribuisce alla Parola di Dio "allegoria", "mistero" o "verità"
secondo le mutevoli convenienze.
Se
l'evento è inesatto:
è
"allegoria".
Se
l'episodio è contraddittorio: è
un "mistero
divino imperscrutabile".
Se il
fatto è proficuo:
è
"opera di Dio" o "provvidenza divina".
Se la
vicenda è malefica:
è
"opera di Satana".
Se la
morale è immorale:
"imperscrutabile
disegno divino".
Se la profezia divina fallisce:
silenzio
esegetico.
Se il contenuto è laico:
evapora in un misticismo allegorico (Cantico dei Cantici).
Sul cambiamento della dottrina tra Jahvè/Cristo:
«un lento processo di illuminazione di Dio».
Ovvero,
l'evoluzionismo divino!
In altre circostanze, l'esegesi giustifica la
"Legge della
violenza" come «mentalità dei popoli antichi»; finge di "dimenticarsi" che quei precetti sono
la
Parola dell'ideologo della Bibbia.
È
il labbro menzognero dei biblisti!
L'ermeneutica
modifica
ogni "cattivo" proposito in un "buon" proposito,
spiritualizzando i brani malefici. In tal
modo, il
testo viene traslato e i simboli sono trasfigurati,
orientando il contenuto in tutt'altro senso.
[un esemplare] Un espediente che, se applicato a qualunque branca dello scibile
umano, renderebbe corretto qualsivoglia principio scorretto.
La Bibbia usa
anche un linguaggio simbolico, ma il suo simbolismo è in linea con il contenuto letterale.
|
|
1° esempio
2° esempio
3° esempio
4° esempio
DELITTI E AMORE
DI DIO
|